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Prensile, tattile, abbagliante...
...nervoso, nebuloso. Carezzevole e grammaticale. Cosi Patrizia Laquidara , di scena questa sera ai giardini estensi di Varese per Esterno Notte Suoni canta lamore.
Un amore di pelle e di intelletto; un amore che volta le spalle, che e mielato proumo soffuso/ presagio di sole/fiocchi di lana,latte di mandorle amare, che e corpo e anima, trucco e illusione. Un amore che e ,soprattutto, musica.
La sua e quella del quartetto che laccompagna: Mirco Maistro alla fisarmonica, Daniele Santimone alle chitarre , Paolo Andriolo al basso e Marco Zanotti alla batteria.
Un amore acustico che arriva con tutta la sua forza e la sua gentilezza , con i suoi fuoricampoe le sue contraddizioni da una cantautrice che nasce a Catania ma e dadozione vicentina , presente lo scorso anno al Festival di Sanremo con Lividi e Fiori (premio della critica Mia Martini- sezione giovani- premio Alex Baroni per la migliore interpretazione assegnata dalla giuria specializzata ) , nuovamente alla ribalta alla XIII edizione del Premio recanati con Agisce (premio speciale della giuria) e, poi, sorprendente alchimista di suoni tra il jazz ,la worl music, la bossa e lintero spettro della musica brasiliana .
Il primo amore pero e il folk: nel 1998 vince una borsa di studio per frequentare il CET (Centro Europeo di Toscolano)di Mogol il corso riguardante gli autori e gli interpreti della musica popolare vneta e lombarda.
Ad accompagnarla in tale viaggio , fatto di date in Italia e allestero, il gruppo Hotel Rif.
Da li a poco faranno capolino , nella carriera della giovan interprete, i nomi di Pasquale Minieri e Bulgaro, Avion Travel e Rita Marcotulli, javier Girotto e Caetano veloso (al quale Patrizia dedichera il cd Para voce querido Caè collaborando al fianco di Paolo Birro, Sasaki Marumo e la Stravinski Chamber Orchestra di Marco Tezza).
Sofisticata e misteriosa;
poetessa, si direbbe di estradizione maudit la Laquidara gioca con le parole (un vero incontro chimico linguistico) e con i sentimenti , evita le rime amore cuore, fa di un acanzone un racconto polimorfo nel quale perdersi o ritrovarsi.
Perche e sono in giro e non ho soldi/inciampo negli astri corteggio la luna/mi piace la notte perdo treni/ e mangerei pure i pianeti.
Un cannibalismo demozioni , introverso e spregiudicato nello stesso tempo , che sfocia nellincanto di vieni a prendermi /abitami ami amami/cercami passeggiami) e nellintreccio color contrappuntistico di Rose tanto desiderate/ forse amate per un secondo/per essere guardate subito gettate/ perche mani sporche non le possano toccare.
Cosi Patrizia cerca attraverso il ritmo, ed una voce a volte soffice come le nuvole , la purezza e lincanto riflessi negli occhi di chi ha navigato mille mari, vissuto mille vite, narrato mille storie.
Divertendosi con le geometrie e gli equilibridi una dichiarazione damore tanto bizzarra quanto sensuale Essenzialmente tu
/prosperosamente la mia eccedenza/voluminosamente la mia capienza/esponenzialmente la mia potenza/graficamente la mia circonferenza- perche sul nostro cammino ci saranno sempre una Causa damore e sospesi sguardi appesi che non trovano pace.
Ci saranno ancora lividi e fiori che portiamo nel cuore/son lividi e spine e il dolore si sente
e lamore si sente.
E la musica si sente , srotolata da una voce dallintonazione su ampia scala, limpida e a tratti minimalista, mai burrosa o fredda.
Una voce di rottura che nasce dallunione di spontaneita ,ribellione e disciplina per fare di Patrizia una fra le realta piu felici , complete e affascinanti delle nuove generazioni della canzone dautore.
E Patrizia tutto questo lo sa.
Davide Ielmini
(La Prealpina , luglio 2004)
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