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Patrizia Laquidara live @ The Place - Roma 14 dicembre 2005
Forse sarà stata la serata giusta, o la luna piena in una notte romana fredda e limpida o sarà perchè quando c'è del talento vero sul palico le serate non possono riuscire male, ma quella dello scorso mercoledì al The Place mi è sembrata una di quelle occasioni da non farsi sfuggire e l'istinto mi ha premilato. Devo confessare che difficilmente riuscirò a conciliare la necessità di raccontare un concerto da "addetto ai lavori" ma piuttosto di percorrere un viaggio nelle emozioni che una glovane artista mi ha permesso di vivere nell'ora e mezza di esibizione.
Premetto che "Indirizzo portoghese" il suo disco d'esordio in Italiano dopo quello dedicate a Caetano Veloso, mi era piaciuto molto ma mi ero anche ripromesso di verificarne sul campo le indubbie qualità vocali espresse e la sorpresa non è stata solo quella di trovaria molto al di sopra delle aspettative ma di trovarmi di fronte ad un artista capace di interpretare non solo con la voce ma con tutto il corpo e l'anima le espressioni più alte che la musica e la recitazione concede al pubblico. Perchè Patrizia è un artista nel senso puro del termine e le sue canzoni sono il mezzo per rendere chi l'ascolta partecipe della fortuna a lei toccata, una voce pura e limpida ma allo stesso tempo forte e decisa che passa dal tocco vellutato della bossa di "Agisce" a quello dei vocalizzi di "Caotico" passando per le melodie di "Rose Rosse" e a quelli tangheri di "Dentro qui" fino al linguaggio criptico di "Mielato" senza trascurare i suoi brani piu famosi come "Per Causa d'amore" e "Sciroppo dl Mirtilli". Ma quello che più colpisce e la capacità di inserire dei piccoli cameo estratti dal suo bagaglio di viaggiatrice alla ricerca di stimoli legati alle tradizioni culturali dei popoli, che ci permettono di godere delle melodie sudamericane, come di quelle balcaniche o mediorientali miscelate con quelle latino-medlterranee ed interpretate tutte con una perfezione linguistica che dimostrano quanto studio ci sia dietro e quale capacità istintiva la rendano un'artista a 360°. II punto piu ailto della serata comunque Patrizia lo raggiunge cantando "a cappella" un brano originariamente interpretato da Edith Piaf "Les amants d'un jour" e la cui versione italiana "Albergo a ore" e stata proposta negli anni '60 da Gino Paoli e in seguito da Ornella Vanoni, canzone super censurata alla RAI, poichè all'epoca aveva pressochè tutto quanto non era ammesso: il luogo sconveniente, l'amore non platonico, il rapporto probabilmente fuori dal matrlmonio, la commistione tra sacro e profano (San Pietro e il paradiso), l'epilogo tragico ebbene e in quel precise momento che mi sono reso conto di quanto forte fosse l'espressione artistica di Patrizia, così vissuta da farmi scorrere davanti agli occhi il racconto poesia della canzone come in un video.
Concerto di sensazioni e di musica vera, perchè i componenti della band, Tony Canto (chitarra acustica), Mirco Maistro (fisarmonica), Paolo Andriolo (contrabbasso) e Marco Zanotti (batteria) hanno dimostrato di saperci fare e di avere un grande feeling con la cantante e di sapersi adattare alle evoluzioni canore che in alcuni passaggi varcano i limiti della musica sperimentale.
Purtroppo il concerto scivola via troppo rapidamente e così dopo un duetto con Tony Canto in cui viene riadattata in chiave Jazz "Parlami d'amore Mariù" una canzone degli anni '30 portata al successo da Beniamino Gigli, un bis con "Indirizzo Portoghese" e "Kanzi" e una canzone con dedica all'Ecuador, ultimo paese toccato dal tour, la dolce Patrizia ci saluta dandoci appuntamento a Gennaio con uno showcase a sorpresa.
Roma 14/12/2005
Claudio Biffi
(da Extra! Music Magazine)
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