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"Il noi e il voi non esiste. Esiste il noi" – Patrizia Laquidara

(da Lo Specchio)

Un nuovo affascinante incontro per Lo Specchio, con una protagonista dal sapore di "antico mistero", quella de IL CANTO DELL'ANGUANA, un progetto che unisce poesia, musica, canto e teatralità.
A darle anima e corpo è PATRIZIA LAQUIDARA cantante, autrice e compositrice siciliana di origine, ma veneta di adozione. Vincitrice nel 2002 di 3 premi al FESTIVAL DI RECANATI e del premio MIA MARTINI e ALEX BARONI al FESTIVAL DI SANREMO del 2003. Si è esibita in festival, rassegne e teatri nazionali e internazionali e non solo (vi consiglio  di leggere la breve scheda biografica che troverete in fondo pagina).
Del progetto IL CANTO DELL'ANGUANA, PATRIZIA LAQUIDARA è anche ideatrice, compositrice e produttrice artistica assieme al musicista ALFONSO SANTIMONE che ha curato anche gli arrangiamenti del disco. I testi poetici sono stati scritti dallo scrittore  ENIO SARTORI.
Il paesaggio sonoro su cui scorrono le "immagini" evocate dalla elegante e melodiosa voce di PATRIZIA LAQUIDARA, è quello caratterizzato da un mondo ricco di fascino misterioso nel quale si muove la figura mitologica dell'ANGUANA, il cui corpo è formato da una parte superiore umana e una inferiore di serpente-draghessa. Due mondi, quello della natura terrestre e quello dell'acqua, che si uniscono e ne amalgamano i significati nelle loro accezioni diverse.
La figura di questa particolare "strega-sirena", è rappresentata dalla bellezza, l'eros; un potere seducente che ammalia e cattura in una sorta di incantesimo, che la rende irraggiungibile e di difficile conquista, al punto da poter portare al delirio coloro che di lei si innamorano. Ad impreziosire questo percorso itinerante, ci pensa il linguaggio poiché i testi sono concepiti e scritti nel dialetto dell'alto vicentino. Si potrebbe quindi affermare che si tratta di un "viaggio nel viaggio", che ci conduce attraverso la musica popolare, alla ri-scoperta delle origini di una cultura fino a renderle un doveroso omaggio quale "genitrice" di un popolo e della sua storia.
11 sono i brani che compongono questo lavoro, o meglio i CANTI. Il primo è dedicato alla "gente della terra" Ah Jente De La Mia Tera…!  Veniamo introdotti all'ascolto scivolando su un "tappeto" di suoni dalla connotazione quasi "zingaresca" e il recitato nella parte conclusiva, dona la forma narrativa-fiabesca che segna il filo conduttore e ci porta al successivo: L'Aqua Fiorìa, una fiaba, appunto. Non manca nemmeno la scenografia, proprio come se ci trovassimo all'interno di un ideale teatro. Sullo sfondo, infatti, ecco comparire la bruma che "di buonora sale dal basso", come recitano i versi del canto de La Fumana. Chiudendo gli occhi, è quasi possibile avvertire una sensazione di leggerezza…è un volo, fatto di quella sostanza di cui qualcuno tempo addietro disse sono fatti anche i sogni.
Penso che analizzare tutti i canti, tuttavia, toglierebbe il gusto all'ascolto in cui ognuno può raccogliere sensazioni e sfumature personali. Vediamo perciò qualche momento significativo di questo percorso sonoro.
CANTO IV: Regina d'ombrìa: è calata la luce…"E' una notte da rubare le stelle e la luna com'è rossa"…è il momento in cui i sensi si accendono…Ma la passione, cede il passo alla tenerezza e alla disincantata purezza di una delicata ninna nanna, che troviamo nel successivo CANTO V Dormi Putìn (DORMI BAMBINO).
Ma eccola, finalmente…nel CANTO VII riusciamo a scorgere la presenza della protagonista l'ANGUANA sotto una "luna che si sbianca" al suo passare e raccoglie la melodia del suo "canto che incanta".
Altro passaggio interessante è quello del CANTO X: La Tita Tata. Qui è particolare la forma del "gioco sonoro" riscontrabile nella progressione delle parole che compongono questo testo che le danno la forma di una filastrocca.
Il canto XI, infine, chiude l'ascolto nello stesso modo in cui il primo lo ha aperto. Il Canto Dei Battipali, infatti, è un brano di derivazione popolare della tradizione lagunare veneta. Un omaggio doveroso a quegli uomini valorosi, che hanno combattuto per la libertà dalla tirannia. Il CANTO DELL'ANGUANA, è un grande lavoro anche a livello tecnico; lo testimoniano le note presenti a fondo del generoso ed elegante booklet (che contiene anche i testi nel dialetto originale con la traduzione in italiano) contenuto nel packaging del cd. Una sfida sicuramente audace, un album visivo ma oserei anche dire, prendendo a prestito un termine che mi è proprio, decisamente VISIONARIO che libera i sensi facendo spaziare la mente in percorsi e mondi magici e lontani.
Sono diversi anche gli ospiti che hanno contribuito a questo lavoro, oltre ovviamente al gruppo dei 6 musicisti che compongono gli HOTEL RIF. Particolare di menzione è la presenza delle voci de LE CANTERINE DEL FEO: un gruppo di 5 signore tra i 60 e gli 80 anni che hanno partecipato alla registrazione in studio, portando al progetto  la fondamentale presenza della "memoria storica" nata da una piccola realtà della terra veneta come quella di Feo, una contrada di Monte Malo non più grande di 5 kilometri.
Il nostro viaggio-incontro con IL CANTO DELL'ANGUANA, termina qui…Lascio a voi, ora, il compito di deciderne le "sorti" con una raccomandazione presa a prestito dalle parole contenute nelle note introduttive del booklet, a firma di ENIO SARTORI (l'autore dei testi), che all'interno di questo  nostro visionario viaggio mi immagino scolpite sulla pietra di ingresso:
"L'anguana offre consolazione, potenza e gloria a colui che la rispetta e che ne rispetta il segreto, a colui che non rompe l'incanto"…(ENIO SARTORI)

Hotel Rif