Patrizia Laquidara – “Storie” – Sala Auditorium Comunale – Galzignano Terme (PD)

11 novembre

STORIE

Concerto di beneficienza a sostegno dei malati di SLA e in ricordo di Ileana Finotto

ore 21

DOVE
Auditorium comunale di Galzignano Terme
Via Fabio Filzi, 6
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PARCHEGGIO
Via Pavaglione, 15, 35030 Galzignano Terme PD
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COSTO
Intero 12€
Ridotto 10€
La riduzione vale per i soci di ArtEuganea.Net-APS e per i minori di anni 18.

con Davide Repele alla chitarra classica

Alle ore 22 del 20 marzo 2019 riceviamo al telefono la notizia che Ileana ci ha lasciati per sempre.
Stavamo organizzando un concerto di beneficenza per lei con Patrizia Laquidara.

Aveva 46 anni e da 9 conviveva con la Sclerosi Laterale Amiotrofica, una malattia degenerativa che in poco tempo l’aveva immobilizzata sulla sedia a rotelle.
A tre anni dalla sua morte veniamo in contatto con Maria Assunta Toniacci e ci ritroviamo a condividere un progetto con diverse associazioni.
Così, dopo averne parlato con Patrizia Laquidara e nel ricordo di Ileana, Vi proponiamo questo incontro.

STORIE

In “Storie”, si aprono uno dopo l’altro i sipari che Patrizia Laquidara disegna con la voce raccontando il tempo avvincente di un’infanzia dai contorni magici e misteriosi.Attraverso l’evocazione di scene e personaggi da una preziosa galleria personale, si genera l’atmosfera liquida e multiforme di un’Italia attraversata da Nord a Sud (e viceversa), un Paese antico e moderno, un’umanità da trattenere in un ricordo vivo, sonoro, che tiene insieme geografia e speranze. Un humus buono, necessario per ogni ricostruzione.
La leggerezza sensuale, carnosa e insieme eterea pensata per la narrazione, s’intreccia con il suono di una chitarra agile, pronta a seguire l’artista nelle sue vertiginose evoluzioni vocali, nell’interazione fra repertorio personale (che l’ha resa celebre al pubblico come cantautrice), influenze del sincretismo sudamericano, suggestioni della musica popolare e la più raffinata canzone d’autore italiana e straniera.
“Storie”, nel suo impianto da realismo magico, offre sorrisi e brividi e fin dal primo brano, a bordo di una piccola vettura gialla stracolma di bagagli che scivola giù per la penisola alla fine degli anni ’70 con aria di festa e trasgressione, prepara il pubblico a ricevere come in un’iniziazione collettiva una voce nuda e temeraria: il canto affilato che Patrizia Laquidara spinge fin dentro ai cuori, ben oltre le sue stesse “Storie” e al suo ipnotico racconto in musica e parole.